Buona domenica lettori! Questo pomeriggio vorrei parlarvi di un libro che ho letto lo scorso mese, ma per il quale ho aspettato parecchi giorni prima di decidermi a scriverne una recensione. Ho preferito metabolizzare quello che avevo letto e scrivere la mia opinione solo dopo qualche settimana: speravo infatti che col tempo le mie prime impressioni buttate giù a caldo fossero un po’ meno pessimistiche. Ma purtroppo, anche avendo lasciato macerare un po’ i miei pensieri su questo libro, la mia opinione non si è addolcita e di seguito vi spiegherò il perché.
Accendimi
Marco Presta
TRAMA: Sacher, Mimose, Millefoglie, Charlotte… La pasticceria di Caterina addolcisce le pene di molti, con le sue maestose cattedrali di zucchero. Ma la prima che avrebbe bisogno di dolcezza è proprio lei, Caterina, che si sente sola anche se la sua vita sentimentale è «intasata come una litoranea in agosto». Giancarlo, il fidanzato, è un commissario di Polizia che non sa infiammarle il cuore, le amiche si ricordano di lei raramente e Vittorio, il fratello, ha il singolare talento di mettersi, e di metterla, nei guai. Finché un giorno Caterina non trova nel retrobottega del negozio una radio, «un modello degli anni Settanta, un cubo arancione con tanto di antenna». Il primo miracolo è che dopo tutti quegli anni funzioni ancora. Il secondo è che la voce che parla da li dentro parli a lei, a lei e a nessun altro. E dica cose che a poco a poco la conquistano, mettendole a soqquadro la vita. Marco Presta ci racconta da par suo, attraverso una scrittura comica ma alta, controllatissima, la storia di una giovane donna che trova, letteralmente, l’amore nell’aria. E pagina dopo pagina fa un incantesimo alla portata di chi ha la fantasia all’altezza del cuore.
TITOLO: Accendimi AUTORE: Marco Presta EDITORE: Einaudi DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 ottobre 2017 PAGINE: 238 |
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Recensione
Ho deciso di leggere questo libro principalmente per tre motivi. Punto primo: il titolo, semplice, accattivante e di grande effetto. mi ha scatenato non poca curiosità, lo devo ammettere. Punto secondo: la copertina. Una copertina curiosa, divertente, che mi ha fatto sorgere una domanda: cosa mai potrà succedere all’interno di questo libro per ritrovarsi con una ragazza con la faccia immersa in una torta in copertina? Punto terzo: la sinossi del romanzo. Un libro ambientato in una pasticceria è un po’ il mio tallone d’Achille. Mi piacciono i libri che parlano di cucina o che si svolgono in luoghi dove il cibo domina in maniera incontrastata. Non riesco a resistere, in nessun modo. Però poi capita che la combinazione di questi tre elementi non porti al risultato auspicato: una sana e buona lettura.
In questo romanzo la storia che viene proposta non è riuscita a convincermi in nessun modo: l’idea generale che sta alla base di questo racconto è originale e carina, ma non ha avuto la giusta forza per scatenare in me una soddisfazione letteraria. Ho trovato l’intera favola poco convincente, con un’improbabilità all’interno della trama tale da non riuscire a farmi chiudere gli occhi e sognare. Non sono riuscita ad abbandonarmi ed a farmi trascinare all’interno delle storia: ho vissuto tutto in maniera molto distaccata e questo ha ostacolato molto la mia capacità di lasciarmi andare con la fantasia.
A questo si è aggiunta poi una protagonista, Caterina, con la quale ho instaurato un rapporto di odio praticamente dalla prima pagina; il suo personaggio non mi ha preso, non è riuscito a suscitarmi nessun genere di empatia, ma solo una forte dose di irritazione. Caterina è una donna senza carattere che si ritrova, pagina dopo pagina, alla mercé di tutti coloro che vogliono e sanno di potersi approfittare di lei, del suo buon cuore e della sua buona fede. La protagonista risulta essere una vittima di chi la circonda, incapace di reagire alle avversità della vita. E questo è proprio quello che difficilmente sono riuscita a mandare giù durante la lettura. Ho fatto fatica a capire le sue scelte, o meglio non scelte, il suo lasciar fare senza tener conto delle sue passioni e dei suoi desideri.
Se la trama non mi ha convinto, e la protagonista si è rivelata un’irritante ingenua, a far cornice a tutto questo si è aggiunto uno stile narrativo non proprio a me congeniale. ho trovato molte difficoltà nel corso della lettura. Lo stile di scrittura dell’autore è uno stile che non ricalca il mio genere e purtroppo non è riuscito ad entusiasmarmi. Tutto questo ha fatto si che la lettura si sia rivelata per me alquanto noiosa e poco credibile.
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Romanzi di Marco Presta
- Il paradosso terrestre, 2012
- Il piantagrane, 2012
- Un calcio in bocca fa miracoli, 2014
- L’allegria degli angoli, 2014
- Accendimi, 2017