Recensione “Circe” – Madeline Miller

 

TRAMA: Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

TITOLO: Circe
AUTORE: Madeline Miller
EDITORE: Sonzogno
DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 Febbraio 2019
PAGINE: 411


Recensione

Che cosa sapevo della maga Circe prima di iniziare questo romanzo? Praticamente nulla, o quasi. Le mie nozioni su di lei erano nozioni base, derivanti dalle conoscenze scolastiche e nulla più. Delle semplici rimembranze: Circe che fa la sua comparsa nel viaggio di ritorno di Odisseo verso Itaca, Circe che trasforma gli uomini in porci, e Circe che ospita Odisseo sulla sua isola di Eea e lo aiuta a salpare verso casa; fine delle mie nozioni.

In questo romanzo abbiamo modo di immergerci completamente nella sua vita e di conoscerne tanti aspetti che un semplice studio scolastico non è in grado di fornirci. Ripercorriamo interamente la sua vita, dai primi momenti accanto alla sua famiglia, fino all’esilio sull’isola di Eea. L’autrice ci dona un libro interamente dedicato alla sua figura, rendendogli giustizia e donandole un riscatto sociale agli occhi del lettore.

Circe era una ninfa immortale, figlia del titano Elios e di una naiade. Attraverso un racconto ed una narrazione in prima persona, molto intimo e profondo, abbiamo modo di conoscere tutte le sfaccettature della maga Circe, di fare luce e comprendere alcuni sui atteggiamenti e di dare una spiegazione valida a certe sue scelte. Circe non è sempre stata una maga cattiva, cosa è scattato in lei per divenire tale? A queste ed a molte altre domande la Miller cercherà di dare una risposta, attraverso la voce della sua protagonista. Durante il corso della lettura abbiamo modo di scoprire molte aspetti di questo personaggio, tanto divino quanto umano. Quello che colpisce maggiormente il lettore è proprio l’umanità di Circe, che sembra quasi essere innata dentro di lei. Circe non è solo una divinità, ma è una donna con dei sentimenti, sola a causa di una famiglia che non è in grado di offrire l’amore che cerca e bisognosa d’amore. Una protagonista tanto potente grazie alla sua magia, quanto fragile ed emotiva nei confronti di quello che le capita attorno: Circe non riesce ad essere indifferente come le altre divinità, lei ha un cuore che la spinge verso una direzione piuttosto che un’altra. La Miller ha puntato molto sull’aspetto psicologico di Circe: un personaggio che ci viene presentato non tanto per i suoi aspetti divini, quanto per la sua fragilità ed il suo desiderio di riscatto nei confronti della sua famiglia, che non è stata in grado di amarla ed apprezzarla per quello che era. Circe è un personaggio molto emotivo, che si lascia trasportare dai sentimenti e che, a volte, compie delle scelte sbagliate in virtù delle sue emozioni. Ma allo stesso tempo è un personaggio del quale si può apprezzare una profonda crescita e maturazione: dalla ninfa fragile, derisa ed umiliata dalla famiglia, alla donna indipendente capace di ottenere tutto ciò che vuole, rispondendo sempre al richiamo del cuore. Una protagonista troppo spesso lasciata ai margini degli altri racconti mitologici, che riceve il giusto riscatto in questo romanzo.

All’interno del romanzo della Miller non troviamo però solo la storia di Circe, ma fanno la loro comparsa molte altre figure legate al mondo della mitologia dell’antica Grecia che in un modo o nell’altro sono legati alla figura della protagonista di questa storia. L’autrice, attraverso gli occhi di Circe, ci dà la possibilità di spaziare all’interno di questi miti e racconti, di scoprire (sotto una nuova luce) personaggi come Ermes, Apollo, Atena e di rivivere alcuni miti che conosciamo molto bene da un punto di vista differente, completamente nuovo.

Nonostante la lunghezza del romanzo le pagine scorrono e, l’intero romanzo, si legge e si fa leggere in pochissimo tempo. Fin dalle prime pagine il lettore viene ammaliato dalla storia che Circe sta raccontando; si viene rapiti dalla sua storia ed in men che non si dica si è completamente immersi e sopraffatti da questo antico mondo fatto di magia e mito. La prosa della Miller è molto descrittiva, senza mai risultare noiosa o troppo prolissa: ogni parola è calibrata ed ogni singola descrizione contribuisce a far rivivere al lettore i fasti del mondo antico. Descrizioni realistiche che permettono di toccare quasi con mano quello che ci viene trasmesso tramite le sue parole. Una narrazione che richiama, in maniera egregia, gli antichi testi di mitologia e che coinvolge il lettore in ogni singolo momento, anche quando nella trama sembra stia accadendo poco o nulla. 

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